giovedì 25 giugno 2009

"Paura e fuga da piazza BaharestanHo visto con i miei occhi la carneficina"




Il racconto di una studentessa iraniana che partecipa alle manifestazionidi questi giorni. Prima per le strade, poi, a casa, davanti a internet
"Paura e fuga da piazza BaharestanHo visto con i miei occhi la carneficina"

di FATEMEH KARIMI
Con questo articolo, Fatemeh Karimi comincia il suo racconto da Teheran per Repubblica.it. Fatemeh è una studentessa iraniana che, come tanti altri, sta vivendo questi giorni di paura, rabbia ed emozioni. Da oggi, giorno per giorno, riferirà sul nostro sito quello che vede e sente, quello che vedono e sentono i suoi amici. Fatemeh aveva cominciato il suo racconto sul sito "AgendaComunicazione.it" un sito che da tempo si occupa di comunicazione. I colleghi di "AgendaComunicazione" ci hanno chiesto di accogliere la sua voce su Repubblica.it per ampliarne la portata. TEHERAN (notte tra mercoledì e giovedì) - Ieri alle 16 c'è stata una nuova manifestazione davanti al parlamento nella piazza Baharestan nel cuore della città. Sono fiduciosa e calma sento degli amici al telefono per organizzarmi e andare in gruppo. Da sola non avrei il coraggio. Ci diamo appuntamento a metà strada e ci dirigiamo con altra gente a piedi verso il Parlamento. C'è una calma surreale come prima di una tragedia, mi tremano le mani e sento il mio respiro che si fa sempre più affannoso. Ormai ci sono, devo andare c'è qualcosa che mi spinge alla manifestazione. Giriamo l'angolo e vediamo subito una grande mobilitazione. Molti ci hanno preceduti. Questa volta la polizia si è organizzata e iniziano a disperderci anche se siamo in piccoli gruppi. Hanno in mano manganelli sono in moto, hanno il sangue negli occhi. Iniziamo a scappare... Non so come succeda... Solo, un amico inizia a gridare: ''corri Fatemeh scappa''. Io non esito, eseguo l'ordine, corro, mi cade il velo sono impacciata. Poi rallentiamo e posso guardarmi indietro: è una carneficina. Manganellate fortissime persone uomini e donne a terra che si proteggono il volto con entrambe le mani. Questa volta è diverso non hanno avuto nessuna pietà.
Mi nascondo dietro una macchina parcheggiata, i ragazzi però non mollano lanciano sassi, ma è una battaglia impari loro sparano e feriscono con i coltelli. Sento i colpi, scappo, ho troppa paura e torno a casa. Non ho idea di quanti eravamo non so spiegare quanti erano loro, non riesco a ragionare, ho ancora l'adrenalina che mi scorre nel sangue. Mi connetto al mio computer per avere qualche notizia. Sono riuscita ad installare un software che aggira i filtri. Vado sul sito della Bbc Persian, ma non ci sono ancora notizie. Cerco di chiamare al telefono i miei amici, non rispondono. Sono stranamente sollevata non voglio sapere cosa è successo. Poi mi chiameranno loro: stanno tutti bene per questa volta. Subito ci mettiamo d'accordo per domani. Nessuno sa ancora quando e dove ci saranno le manifestazioni. Ci penserò domani adesso ho un desiderio irrefrenabile di andare su internet. Sui siti ufficiali non c'è alcuna notizia, ma su Facebook sono stati linkati articoli che parlano della carneficina a Baharestan. Mi rendo conto della gravita e riesco a ragionare. Non ci sono stime dei morti feriti o degli arrestati. Non ci posso pensare devo cercare di scoprire dove ci sarà la prossima manifestazione e soprattutto se Mousavi o Karroubi ci saranno. Il ''quarto candidato'' Mohsen Rezaie oggi ha ritirato le sue accuse di brogli dal Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione spiegando che la stabilità del regime nel suo insieme è più importante dei presunti brogli. Anche lui si è aggiunto ai vigliacchi che non hanno il coraggio di vedere la verità, quella che noi gridiamo tutti i giorni per le strade lasciando i nostri fratelli (17 confermati) morti sull'asfalto. Il leader supremo Ali Khamenei ha concesso una proroga prima di convalidare le elezioni di 5 giorni per far vagliare tutte le denunce di brogli pervenute al Consiglio dei Guardiani. Verso le 22 iniziano ad arrivarmi mail sul da farsi; venerdi coloriamo il cielo di verde con palloncini gonfiati con idrogeno e fumo a Teheran. Oggi si torna in piazza. Invece su alcuni blog leggo che giovedi (oggi) la manifestazione è prevista alle 16.30 da piazza Enqelab a Valiasr strada principale di Teheran che collega il nord al sud. Speriamo di essere in tanti e che i nostri leader ci diano segnali di appoggio. Il sindaco. Il sindaco di Teheran Mohammad Baqer Qalibaf ha chiesto alle autorità di concedere l'autorizzazione per le manifestazioni spiegando che questo è l'unico modo per evitare le violenze e le perdite umane. Inoltre si è appellato agli organi legislativi e esecutivi per chiarire la situazione e cercare la pacificazione sociale. Mousavi e la Tv. Inoltre Mousavi ha dichiarato che andrebbe a rispondere alle domande e chiarire le sue richieste e ragioni alla televisione di Stato solo a patto che la trasmissione venga messa in onda in diretta per scongiurare censure. In risposta i responsabili della tv di Stato hanno detto di essere pronti ad un dialogo televisivo. Conservatori divisi. Segnali di spaccature arrivano anche dal gruppo parlamentare dei conservatori che hanno dichiarato che il loro sostegno ad Ahmadinejad non è assoluto. Durante la cerimonia di congratulazioni si sono presentati 200 parlamentari 10 in meno dell'altra volta. Mancavano: Ali Larijani presidente del parlamento, Mohammad Reza Bahonar, Gholam Ali Hadad Adel ( ex presidente del parlamento) e Ahmad Tavakoli, tutti conservatori e veterani politici. Dov'è sepolta Neda? Mentre continua il braccio di ferro tra i politici del regime, la famiglia di Neda Agha Soltani è stata costretta ad andare via dalla propria abitazione ad est di Teheran. La ''leonessa della libertà'' è stata uccisa da un cecchino Basiji mentre stava manifestando insieme a tante altre ragazze, la sua salma non è stata consegnata alla famiglia ed è stata sepolta senza che i gnitori ne fossero al corrente. Le moschee di Teheran non erano autorizzate ad celebrarle un degno funerale. Docenti e giornalisti arrestati. Secondo il sito Kalameh, 70 membri del consiglio islamico dei docenti dell'università sono stati arrestati dopo aver avuto un incontro con Mir Hossei Mousavi, non ci sono notizie del luogo dove gli hanno trasferiti. Secondo altre fonti, dall'inizio delle manifestazioni i giornalisti e i blogger arrestati sono 20. Ma non si hanno notizie di altri giornalisti che potrebbero essere in carcere, oppure sono nascosti per sfuggire agli arresti. Karoubi. Mehdi Karoubi ha rilasciato un intervista al proprio giornale Etemad Melli dichiarando che il governo scaturito dalle elezioni del 12 giugno è fuorilegge e che non riconoscerà Ahmadinejad come presidente. Spiegando inoltre che gli iraniani per scongiurare brogli hanno partecipato in massa alla "elezioni con una affluenza record del 85% , ma il destino del voto era già scritto". Respinge le accuse secondo quali i manifestanti sarebbero manovrati da forze straniere e si dice disposto ad una ''gara ''di manifestazioni delle due schiere per far vedere che i sostenitori di Ahmadinejad sono la minoranza che vuole prevaricare su una maggioranza evidente. Calcio. La FIFA ha chiesto spiegazioni alla federazione calcio iraniana sulla punizione inflitta ai sei giocatori dopo la partita con la Corea del Sud quando alcuni giocatori hanno indossato bracciali verdi in segno di solidarietà ai manifestanti. Saranno esclusi dalla nazionali iraniana Javad Nekonam, Ali Karimi, Hossein Ka'abi, Massod Shojai, Mohammad Nosrati e Mehdi Mahdavi Kia. Tutti giocatori professionisti e amati dalla gente. Domani inizia di nuovo la battaglia: quella delle bugie della radio televisione contro twitter, face book e blog, quella degli slogan e dei fiori portati alla manifestazione contro la violenza e i manganelli.
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