giovedì 25 giugno 2009

PAULO COELHO e ARASH HEJAZI


Caro Arash, ho bisogno di sapere dove sei, se le cose che vedo/leggo sono vere»
Coelho racconta nel suo blog la fuga del medico che aiutò Neda
L’iraniano fece da guida allo scrittore a Teheran
di PAULO COELHO e ARASH HEJAZI
A sinistra, Paulo Coelho con Arash Hejazi. A destra, il medico nel video
Il mio miglior amico in Iran, un medico che mi ha mostrato la sua bellissima civiltà quando sono stato in visita a Teheran nel 2000, un uomo che ha combattuto una guerra nel nome della Repubblica islamica contro l’Iraq, che si è preso cura dei soldati al fronte, che ha sempre difeso i veri diritti umani, lui è l’uomo che ha cercato di resuscitare Neda colpita al cuore.
Tarda sera di domenica, guardo il video di Neda. Mi sembra di riconoscere Arash Hejazi ma preferisco non credere a ciò che vedo. Gli mando un’email.
Domenica 21 giugno, ore 23Caro Arash, ho bisogno di sapere dove sei, se le cose che vedo/leggo sono vere. Solo dopo potrò prendere una posizione io stesso — naturalmente seguendo il tuo consiglio. Con affetto Paulo
Lunedì 22 giugno, ore 2,05 Carissimo Paulo, sono a Teheran. Il video dell’assassinio di Neda è stato girato da un mio amico e tu mi puoi riconoscere nelle immagini. Sono quello che cerca di salvarla, inutilmente. È morta tra le mie braccia. Scrivo con le lacrime agli occhi. Ti prego di non divulgare il mio nome. Ti contatterò presto con maggiori dettagli. Con affetto Arash
A questo punto decido di inserire il video sul mio blog. Per il resto della giornata cerco di contattare Arash. A un certo punto, qualcuno risponde al suo cellulare e si dice un «giornalista della Cnn ». Comincio a essere preoccupato.
Lunedì 22 giugno, ore 17,46 Caro Arash, finora, ancora nessuna notizia da te. Dopo la pubblicazione del video sul mio blog, sembra che si sia diffuso in tutto il mondo, comprese citazioni sul New York Times, sul Guardian, National Review eccetera. Perciò ora la mia preoccupazione maggiore è per te. Ti prego di rispondere a questa email dicendomi che stai bene, citando il nome della persona con cui abbiamo trascorso il Capodanno del 2001, tanto per essere certo che sei tu a rispondere all’email. Non mi fido di questa persona della Cnn che risponde al tuo cellulare. Se non lo fai, potrei far sapere il tuo nome alla stampa, così da proteggerti — la visibilità è l’unico espediente per stare sicuri, a questo punto. Lo so perché sono stato un prigioniero di coscienza. Se mi rispondi, a meno di tue istruzioni diverse, smetterò di assillarti, per il momento. La mia preoccupazione ora sei tu. E la tua famiglia. Con affetto Paulo p.s. diversi amici hanno ricevuto in copia questo scritto
Martedì 23 giugno, ore 1,35 Carissimo Paulo, sto bene per ora. Non sono a casa mia. Non so della Cnn, il nome dell’amico è Frederick. Con affetto Arash Martedì 23 giugno, ore 1,37 Carissimo Paulo, cercherò di lasciare il Paese domattina. Se non arrivo a Londra alle due del pomeriggio, significa che mi è capitato qualcosa. Fino ad allora, aspetta. Mia moglie e mio figlio sono a (...). Il loro telefono: (...), la loro email (...). Ti prego di aspettare fino a domani. Se mi succede qualcosa, ti prego di prenderti cura di mia moglie (...) e mio figlio (...). Sono là, soli, e non hanno nessun’altro al mondo. Con grande affetto, è un onore averti come amicoArash
Un giornalista brasiliano, Luis Antonio Ryff, che aveva seguito la mia visita in Iran, riconosce Arash nel video e mi scrive per esserne certo. Glielo confermo, chiedendogli però di tenere segreto il nome. Ryff è d’accordo, nonostante si renda conto che questo è uno scoop per lui. Vorrei ringraziarlo qui per la sua dignità.
Mercoledì 24 giugno, ore 13,55 Arash sbarca a Londra.

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