L'INTERVISTA
«E’ la prima rivoluzione via Internet, la guidano le donne e i blogger»
Parla Mahnaz Afkhami, scrittrice, ex ministro per gli affari delle donne prima della rivoluzione khomeinista
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — «Stiamo assistendo a quella che potrebbe diventare la prima rivoluzione guidata da Internet della storia». Mahnaz Afkhami, scrittrice, attivista ed ex-ministra iraniana per gli Affari delle donne prima della rivoluzione khomeinista, non esclude che il regime degli ayatollah sia in procinto di cadere. «Anch’io, come la maggior parte degli iraniani, giudico queste elezioni una truffa — spiega —. Hanno programmato i computer per dare il 60% ad Ahmadinejad e il 30% a Mousavi, persino nelle città dove quest’ultimo stravinceva nei sondaggi. Un trucco fin troppo trasparente».
Che cosa le fa pensare che si tratti proprio di una rivoluzione? «La convergenza di molti fattori nuovissimi. Prima d’ora non avevamo mai assistito a liti tanto pubbliche ai vertici delle elite al potere in Iran. E per la prima volta è il popolo a guidare i propri leader e non viceversa».
Cosa intende dire? «Dopo la sconfitta, Mousavi aveva esortato i suoi elettori a una calma rinunciataria, ma questi l’hanno spinto a rialzare i toni, rimettendo tutto in discussione. Oggi in Iran la piazza si muove più velocemente dei propri leader».
Come lo spiega? «L’Iran, dove il 70% della popolazione ha meno di 30 anni, è una nazione di cibernauti che sta guidando questa nuova rivoluzione con Twitter, You- Tube e Facebook. Che sono mille volte più avanti dei media internazionali nel raccontare cosa accade nel Paese. Non dimentichiamoci poi che tra i blogger più agguerriti ci sono molte donne».
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Che impatto possono avere tra le classi meno abbienti?«Enorme. Il loro è un movimento, più che un partito politico, un network con milioni di simpatizzanti che hanno organizzato una capillare campagna porta a porta, raggiungendo casalinghe, parrucchiere e sarte. Sono state le donne, che alle ultime elezioni si erano astenute, a spingere il conservatore Mousavi verso posizioni più progressiste, scegliendolo astutamente come il loro candidato solo perché aveva più chance di vittoria».
Alessandra Farkas 16 giugno 2009
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